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collezionare: Le favole di Ludovico Coniglio

Si prova un piacere sottile e profondo nel trovare un libro per bambini pubblicato quasi quarant'anni fa completamente e meravigliosamente intonso, non deturpato dalle tenere e innocenti ma, ahimè, zozze manine di un bimbo.

Premetto che non colleziono questo genere di letteratura, ma chi avesse provato a farlo, sa bene quanto possa essere frustrante, anche se altrettanto emozionante, dedicarsi alla ricerca di libri per l'infanzia di modernariato: pagine strappate o mancanti, disegni incomprensibili, primi tentativi di scrittura, macchie non meglio identificate che lasciano volare l'immaginazione verso le peggiori ipotesi. Qualche volta, se il libro è fortunosamente sfuggito alle sevizie del fanciullo, è caduto sotto i colpi impietosi del genitore che appunta il numero di telefono dell'idraulico o regala ai posteri una tangibile e imperitura quanto inutile memoria della sua incapacità artistica, scarabocchiando sovrappensiero mentre parla al telefono.

Rare volte, il sogno di trovare un volume in perfette condizioni diventa realtà. A me è successo in un tiepido pomeriggio primaverile mentre gironzolavo tra i banchi di una fiera sui colli laziali, addentando un ottimo panino con porchetta, peperoni e cipolle (perchè anche il cibo è cultura e la tradizione vuole la sua parte). Tra tazze da tè spaiate, monili dozzinali e un lezioso servizio di posate da dolce, ecco spuntare sei libricini tenuti insieme da un nastro di raso color avorio: Le favole di Ludovico Coniglio di Beatrix Potter nella prima edizione italiana di Emme Edizioni del 1981, che riproduce molto fedelmente quella inglese del 1902.



Immagine tratta dal volume


Bellissimi e rarissimi! Tanto che ancora oggi, quando mi aggiro per gli scaffali della mia libreria, un brivido mi percorre la schiena da cima a fondo mentre l'occhio cade sulla copertina immacolata, promessa mantenuta di pagine pulite, linde, candide. Il sogno realizzato!



Immagine tratta dal volume


Donna nell'Inghilterra dell'Ottocento, scrittrice e illustratrice, studiosa di scienze e naturalista, imprenditrice, visionaria e precorritrice dei tempi, la Potter realizza un pupazzo della sua creazione più famosa, il coniglietto Peter Rabbit, e ne registra i diritti facendone il primo personaggio letterario protetto da licenza. Poi si dedica alla realizzazione del merchandising relativo al mondo che aveva inventato.



Immagine tratta dal volume


Il primo libro di Beatrix Potter, The tale of Peter Rabbit, dopo essere stato rifiutato da varie case editrici, viene stampato in proprio dall'autrice nel 1901 in poche centinaia di esemplari, distribuiti a parenti ed amici di famiglia. Un anno dopo, l'editore inglese Frederick Warne & Company ne intuisce le potenzialità e lo pubblica con le riproduzioni a colori dei disegni ad acquerello e china della Potter. Grazie alle sue peculiarità, il volume rappresentava una novità assoluta nel mondo dell'editoria per l'infanzia: l'idea di antropomorfizzare gli animali (ricci, conigli, scoiattoli) non era così comune come nella nostra epoca; le immagini acquistavano la stessa importanza del testo invece di essere relegate a mero supporto del racconto; i quindici centimetri del libro lo rendevano adatto ad essere maneggiato dalle piccole mani dei bambini; il prezzo, un solo scellino, era molto basso e dava alle famiglie non particolarmente abbienti, che costituivano la maggior parte della società, la possibilità di comprarlo in un'epoca in cui i libri illustrati erano molto costosi; infine, invece del solito linguaggio povero e semplice, l'autrice utilizza alcuni termini ricercati che avrebbero aiutato l'apprendimento dei bambini stuzzicando la loro curiosità.


Copertina della prima edizione del volume, pubblicata dalla stessa autrice


Copertina della prima edizione del volume, pubblicata dall'editore F. Warne & Co.


L'universo creato dalla Potter è abitato da animali da cortile, ricordo dei compagni di gioco della sua infanzia solitaria, con caratteristiche tutte umane. Immagini leggere e delicate, bucoliche, dalle tenui tinte pastello tipiche della campagna inglese, fanno da sfondo alle avventure bizzarre e talvolta pericolose di buffi animaletti umanizzati abbigliati con cuffiette, grembiulini e giacchette: simpatici e bislacchi, con sentimenti, debolezze e problemi umani, capricciosi, dispettosi e indisponenti, indaffarati nelle loro faccende di casa, mentre prendono il tè, stirano e fanno le pulizie.



Immagine tratta dal volume



Immagine tratta dal volume



Immagine tratta dal volume


Insomma, se li trovate portateli a casa. Leggeteli ai vostri bambini, ma non fateglieli toccare! Mai... Siete avvisati....


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